I Temi
Nella mostra del 1937 gli arazzi partecipano a restituire l’aspetto di due sale ambientate: la 32, Arazzi e mobili, e la 35, Arazzi, trasformata in camera da parata.
“La sala di palazzo torinese”, come indicato nella didascalia della cartolina promozionale che ne propone una veduta d’insieme (sala 32), unisce agli arredi di un “salone completo, scolpito e dorato del '700”, proveniente da una casa di via Po per tramite di Accorsi [AFTM SMO 134], tre arazzi della Regia Manifattura di Torino a tema pastorale, parte della serie delle Boscarecce, ideate per i Gabinetti del Palazzo Reale da Francesco Antoniani e da Vittorio Amedeo Cignaroli.
Gli arazzi raffiguranti Il Matrimonio di Alessandro e La Battaglia di Canne, tessuti su modello di Claudio Francesco Beaumont e destinati all’appartamento aulico del sovrano in Palazzo Reale, entrano invece in relazione con la volta affrescata da Stefano Maria Legnani (Il Principe presentato da Minerva a Giunone) per rendere l’ambiente leggibile come una camera da parata, a cui alludono anche la balaustra del trono in prestito dal Palazzo Reale di Genova e il tappeto a decorazioni floreali realizzato nel 1782 dall’arazziere Antonio Bruno.
Al momento della mostra la conoscenza degli arazzi di produzione torinese può contare sul contributo di Enrico Possenti (La fabbrica degli arazzi di Torino, in «Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti», VII, 1924, pp. 1-11) e sulle ricerche documentarie di Augusto Telluccini (L’arazzeria torinese. Parte prima, in «Dedalo», VII, 2, 1926, pp. 101-131; L’arazzeria torinese. Parte seconda, in «Dedalo», VII, 3, 1926, pp. 167-185), che indicano i termini cronologici dell’arazzeria e iniziano a distinguere le differenti professionalità riconoscendo ad Angela Palanca, Francesco Antoniani e Vittorio Amedeo Cignaroli la paternità dei soggetti di genere (le Boscarecce, le Marine, le Architetture), da allora identificati come “serie minori” in contrapposizione alle Storie intessute su prototipi di Beaumont, più note agli specialisti sin dalla citazione nell’antologia delle arazzerie europee del 1882 di Eugene Müntz (La tapisserie, Quantin, Paris 1882, pp. 338-339).
Telluccini aveva inoltre indicato con precisione la collocazione degli arazzi, divisi alla fine dell’Ottocento tra il Palazzo Reale di Torino e il Quirinale, e dei cartoni, impiegati a decorare sin dal Settecento il Palazzo Reale di Torino, la Palazzina di caccia di Stupinigi e il castello di Rivoli, dove nel 1939 risultano in gran parte dispersi.
Si ringrazia la Dott.ssa Ornella Graffione per aver fornito indicazioni e spunti di lettura sul tema.