La mancata pubblicazione del catalogo della
Mostra Barocco Piemontese 1937, oltre a sbiadirne i contorni, ha sottratto evidenza a quella densa geografia di contatti e collaborazioni che Viale aveva saputo disegnare fin dai suoi primi anni di attività come direttore.
Studiando i documenti dell’Archivio FTM, emergono i nomi di chi allora aveva contribuito, in maniera più o meno diretta, all’impianto scientifico della mostra: l’ingegnere Eugenio Olivero, che Viale ringrazia in una lettera del 1936 per aver fornito “l’elenco degli Architetti ed Ingegneri del seicento […]. Mezza mostra è così, merito suo, quasi fatta”; l’architetto Chevalley, generoso prestatore di argenterie, libri e disegni; naturalmente Pietro Accorsi, non solo prestatore, ma anche intermediario, si pensi all’arrivo in mostra della camera di Sanremo, e poi ancora Werner Abegg; Lorenzo Rovere; Augusto Telluccini; il conte Carlo Lovera di Castiglione, delegato dall’arcivescovo Maurilio Fossati, nonché tutta la
minuta e capillare rete di conoscitori sparsi sul territorio. Ad affiancare Viale per le soluzioni di allestimento in mostra il giovane ingegnere Augusto Cavallari Murat, conosciuto ai tempi della
Mostra storica in Palazzo Carignano: settembre - ottobre 1935, e divenuto poi collaboratore fisso anche per le esposizioni Gotico e Rinascimento in Piemonte (Torino, Palazzo Carignano, 17 settembre 1938-18 giugno 1939) e
Vercelli e la sua provincia dalla romanità al fascismo (Vercelli, Museo Leone). Da sottolineare è il rapporto amichevole con Albert Eric Brinckmann, con cui Viale e Rovere pubblicano nel 1937 il volume
Filippo Juvarra.
Infine,
Paolo Beccaria è il fotografo a cui viene commissionata la campagna fotografica organizzata in occasione della mostra e
Nico Edel l’artista che realizza la locandina.