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Pittura

Barocco Piemontese 1937 consegna un primo e ragionato quadro dell’età barocca in Piemonte muovendosi tra precisazioni intorno a filoni interpretativi consolidati e incursioni su terreni di lavoro nuovi o meno assestati, come poteva essere allora il tema della pittura che, a quelle date, richiedeva per il Piemonte del Sei-Settecento un diverso impegno analitico e storico-critico.

Il moltiplicarsi di schemi ed elenchi tra i documenti d’archivio [AFTM SMO 136] dimostra il prolungato ragionamento da parte di Viale per arrivare a compilare una storia della pittura barocca in Piemonte, che, data la mancata pubblicazione del catalogo, trova esito sulla rivista "Torino" nel 1942 (La pittura in Piemonte nel Settecento, in "Torino. Rassegna mensile della città", 6, 1942, pp. 3-22; 8, 1942, pp. 16-21; 9, 1942, pp. 3-19).
Le opere inserite in mostra denunciano nel loro insieme questa fase di assestamento, soprattutto per il Seicento, ancora in parte difficile da descrivere prima degli studi sull’arte di corte, che nei decenni successivi riformuleranno dalle fondamenta e con ulteriori strumenti critici il tema.
Risulta infatti complesso decifrare i criteri delle sale 7, Pittura e mobili del Seicento, e 11, Altari, cattedre e dipinti del Seicento: nella prima la cronologia è tanto ampia da comprendere sia i pittori lombardi operanti sotto Carlo Emanuele I sia quelli della generazione successiva, fino ad arrivare agli inizi del Settecento con Garola. Tra le opere esposte, anche il doppio Ritratto equestre di Emanuele Filiberto e Cristina di Fleury di Charles Dauphin, l’Allegoria della Provincia di Saluzzo del Fiammenghino (allora attribuito al Morazzone) e le due vedute romane delle Basiliche di San Pietro e di San Paolo di Pietro Francesco Garola. Nella sala 11, le due tele con Abramo e i tre angeli e Davide che danza di fronte all’Arca di Giovanni Antonio Mari dal duomo di Chieri si accompagnano al Miracolo di san Francesco da Paola eseguito da Dauphin, di cui il pendant con la Duchessa di Angoulême viene collocato invece in sala 38, insieme con le settecentesche tele con Angeli di Giovanni Cantalupi e all’Adorazione dei pastori di Pierre le Methey.
Per la pittura del Settecento Viale può impostare alcuni affondi monografici, come la sala dedicata a Claudio Francesco Beaumont o quella su Francesco Guala, una figura già forte grazie agli studi compiuti da Noemi Gabrielli e di cui l’esposizione offriva una rassegna rivelatoria, mentre l’approfondimento su Cignaroli in sala 29, esito di un consistente afflusso da parte del collezionismo privato, contribuisce a fissare un capitolo fondante per la storia della pittura di paesaggio in Piemonte.
Grande attenzione è dedicata a Pietro Domenico Olivero e a Michele Graneri, di cui l’inventario dell’archivio fotografico FTM registra 41 scatti per il primo e 23 per il secondo, per lo più di opere allora in mano privata. I due artisti vengono impiegati soprattutto per restituire l’immagine di quella che Viale stesso definisce la “Vecchia Torino”, ossia “interessanti e gustosi quadri di vita e di costumi popolari a Torino sulla metà del Settecento” [AFTM SMO 151] che dispongono di ben due spazi lungo il percorso espositivo (primo piano e sala 49) .
Si ringraziano la Dott.ssa Francesca Romana Gaja e la Dott.ssa Ornella Graffione per aver fornito indicazioni e spunti di lettura sul tema.

C.F. Beaumont, S. Giovanni Nepomuceno adora un quadro della Madonna, AFFTM 226 5612
Delfino (Charles Dauphin), La duchessa d'Angouleme ai piedi di S. Francesco da Paola, Torino, San Francesco, AFFTM 230 5732
Delfino (Charles Dauphin), S. Francesco da Paola passa lo stretto di Messina sul suo mantello, Torino, San Francesco, AFFTM 230 5731
G.M. Graneri,Caccia al cervo in Sardegna, particolare, AFFTM 232 5808
P.D. Olivero, Danzatori di monferrina, AFFTM 238 5989
P.F. Guala, Santo, AFFTM 234 5847
P.F. Guala, Zaccaria (prima del restauro), AFFTM 233 5841
V.A. Cignaroli, L abbeverata, AFFTM 228 5662 P


1937 - Mostra del Barocco Piemontese


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